“Le conseguenze del generale incremento dei prezzi rischiano di essere pesanti per l’intero comparto manifatturiero e tali da mettere in pericolo la ripresa in atto”.
Sono queste le prime considerazioni del Presidente dell’Associazione Piccole e Medie Industrie - CONFAPI FVG, Massimo Paniccia a seguito di un’interlocuzione con le Imprese associate.
Il problema dei prezzi investe comunque tutto il comparto manifatturiero e pesa maggiormente sui conti economici delle imprese energivore, che prevedono incrementi vicini al 150% della materia prima gas e al 110% della materia prima energia elettrica.
Il problema non è ancora emerso in tutta la sua gravità perché molte imprese al momento sono coperte grazie a contratti di fornitura in essere, sottoscritti a prezzo bloccato, per la durata di 24 mesi, grazie anche agli accordi intermediati con le Associazioni di Categoria. Le stesse tuttavia sono consapevoli della situazione, che monitorano costantemente per essere pronte nella fase di rinegoziazione dei contratti.
Questi incrementi avranno delle ripercussioni dirette sui prezzi di vendita dei prodotti delle imprese industriali e delle loro filiere che spesso è difficile ribaltare sull’utilizzatore finale, soprattutto se si tratta dell’amministrazione pubblica.
La situazione potrà avere un effetto sull’inflazione tale da toccare il consumatore finale e i mercati finanziari e per Paniccia ancora una volta si dimostra l’interconnessione del sistema: l’accaparramento delle commodities e la speculazione dovuta al blocco delle attività per il Covid, hanno innescato un’ondata di aumenti globali anche se molto settoriali.
Risulta particolarmente penalizzato anche il settore del Trasporto su strada, che sta registrando un incremento del prezzo d’acquisto del combustibile del 20%, con un impatto sul conto economico dove la voce pesa quasi per il 40%.
Per Paniccia questi incrementi sono del tutto ingiustificati rispetto all’andamento globale dell’economia.