Confapi FVG a favore 
del vaccino in azienda


Nel dicembre del 2020 Confapi nazionale ha manifestato con una lettera aperta all’allora Capo del Governo, Giuseppe Conte, ai Ministri competenti, al Commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica e ai segretari generali delle organizzazioni sindacali la proposta di impegnare le aziende nella vaccinazione dei lavoratori attraverso l’operato dei medici del lavoro. La stessa disponibilità è stata, poi, confermata al Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, durante le consultazioni con le parti economiche e sociali.


La proposta di Confapi che ha trovato vasta adesione, muove dalla necessità di favorire la più ampia e rapida copertura della campagna vaccinale contro il Covid-19, per consentire al sistema produttivo e all’economia di ripartire il più presto possibile. A conferma di questo la prossima settimana il Ministro del lavoro, Andrea Orlando, e il Ministro della salute, Roberto Speranza, incontreranno le parti sociali sul tema della verifica del protocollo di sicurezza e delle vaccinazioni in azienda.


Per il Presidente di Confapi FVG Massimo Paniccia “è indispensabile far ripartire le imprese e il Paese, salvaguardando la salute delle persone con una campagna di vaccinazione capillare, organizzata anche negli ambienti di lavoro. Possiamo continuare - prosegue Paniccia - nel solco dell’accordo che Confapi FVG ha sottoscritto con le OO.SS. nell’aprile del 2020 per l’adozione del Protocollo di sicurezza in azienda e la costituzione del Comitato bilaterale Covid. Una rinnovata intesa con il sindacato permetterebbe l’aggiornamento del Protocollo con l’apertura alla vaccinazione in azienda, proprio allo scopo di garantire la massima sicurezza e di riprendere quella mobilità delle persone che risulta fondamentale per le relazioni commerciali”.


“Per l’impresa poi è importante sapere quali sono i propri dipendenti vaccinati” continua Paniccia. “Concordo, infatti, con la tesi della Confapi nazionale, di consentire alle imprese di conoscere i nominativi di quanti si sono vaccinati o meno. Se anche si trattasse di una forzatura al diritto della privacy - come sostenuto dal Garante, che ha manifestato la sua perplessità al riguardo - l’eccezionalità della situazione e l’importanza del fine perseguito di far ripartire un’economia fortemente compromessa, giustificherebbero la rinuncia di una porzione di riservatezza personale a vantaggio del bene comune.