Il problema dell’energia è la prima vitale urgenza del Paese. Senza la sua rapida soluzione è a rischio la tenuta del sistema economico e di quello sociale (famiglie). La soluzione andrebbe in primo luogo ricercata in sede europea, là dove, cioè, il problema è insorto a seguito della guerra russo-ucraina. In alternativa, l’Italia deve poter provvedere da sé, vuoi ricorrendo a una o più delle proposte emerse in campagna elettorale, vuoi facendo valere di più in campo internazionale le proprie ragioni, a causa della sua maggiore vulnerabilità sotto il profilo dell’approvvigionamento energetico.
In un frangente come questo ogni possibile risorsa pubblica va indirizzata a sostegno di imprese e lavoro, fattori in grado di generare ricchezza e sviluppo e quindi, di conseguenza, in grado di garantire i fabbisogni delle categorie più deboli.
L’edilizia con l’impiantistica resta strategica per l’intera economia. Vanno, però, riordinate le agevolazioni a suo supporto, a cominciare dai bonus, da rendere strutturali, ma anche da semplificare sotto il profilo tecnico (asseverazioni professionali) e finanziario (cessione del credito) e da standardizzare con percentuali univoche al di sotto del 100% (ad es. 50-70%), per non generare pericolose disfunzioni sul mercato e blocchi operativi.
Udine, 15 settembre 2022