I dazi che ieri il Presidente Trump ha ufficialmente introdotto avranno senz’altro un impatto diretto anche sul nostro sistema economico regionale poiché gli Stati Uniti sono il nostro primo partner commerciale per le esportazioni.
Questi gli aspetti essenziali che emergono dal nostro osservatorio:
- nell’immediato dobbiamo pensare ad un atteggiamento costruttivo e dobbiamo puntare sulle fasce di prodotto il meno volatili rispetto alle politiche daziarie. La nostra economia non può competere con le grandi economie di scala, noi emergiamo con il nostro Made in Italy, coniugando qualità e artigianalità, eleganza e stile, tecnologia e innovazione, esclusività e lusso, tradizione e cultura, affidabilità. Dobbiamo portare nel mondo prodotti fatti bene e belli, affidabili nel tempo, con un ciclo di vita lungo a basso impatto ambientale, che siano al top della gamma, valorizzati al giusto prezzo e con una adeguata marginalità. Così l’incidenza dei dazi forse potrà essere ben assorbita per i prodotti top level, high quality ricercati da consumatori americani disposti a pagare anche un prezzo più elevato e, da questo punto di vista, questa può essere una caratteristica di tante nostre imprese;
- i ritardi dell’economia europea dipendono anche da altri fattori come l’aver lasciato in questi decenni che la Cina diventasse la fabbrica del mondo e l’aver costruito una gabbia burocratica attorno alle imprese, con miriadi di regole che devono essere semplificate;
- c’è da dire anche che diverse imprese, anche del FVG hanno propri stabilimenti negli USA da diversi anni e questo investimento può costituire senz’altro un vantaggio competitivo;
- l’Italia e l’Europa dovranno puntare ad un riequilibrio dei dazi reciproci con gli USA in coerenza con un’economia mondiale.
Udine, 3 aprile 2025