Per il Presidente di Confapi FVG, Massimo Paniccia, non c’è alternativa al rimboccarsi le maniche e al mettersi al lavoro
L’emergenza sanitaria in atto ha messo e sta mettendo a dura prova l’intero sistema economico e la maggior parte degli imprenditori del comparto manifatturiero dichiara che il bilancio per l’anno in corso è compromesso e che si guarda al 2021.
Si è cercato di far fronte in tutti i modi possibili al lock down imposto: chi aveva la fortuna di rientrare tra i Codici Ateco ammessi ha continuato a lavorare; chi è stato sottoposto a chiusura ha cercato, con la Prefettura, le vie e i modi per continuare la propria attività in deroga alle disposizioni; chi non ha avuto questa possibilità ha comunque ultimato le operazioni in essere ed ha provveduto a dar corso alle spedizioni già programmate della merce in magazzino. Nonostante questo si è lavorato a ritmi molto ridotti o azzerati.
Lo sforzo che, comunque, l’imprenditore ha fatto e sta continuando a fare è orientato ad individuare all’interno della propria azienda, mercato, segmento, dimensione quale può essere la via d’uscita migliore non essendo disponibile una ricetta che vada bene per tutti.
Le imprese che hanno spalle solide hanno impiegato questo tempo per formulare nuove strategie e per riposizionarsi sui mercati, anche attraverso investimenti per una loro riorganizzazione. Le altre imprese meno dotate finanziariamente continuano a vivere alla giornata con scarse prospettive di sviluppo.
In questa fase bisogna investire nell’organizzazione e nelle reti commerciali per il presidio dei mercati ed è questo, per il Presidente Paniccia, il passaggio più delicato poiché ancora oggi, e chissà per quanto ancora, il sistema fieristico globale è sospeso, la movimentazione di agenti e venditori continua ad essere difficile pregiudicando l’acquisizione di nuovi ordini.
In definitiva ogni imprenditore è consapevole che, in questo frangente, deve lavorare di più, meglio e con un minor guadagno.